La pelle

La pelle o cute
Caratteristiche  è l'organo: più sottile (da 0,5 a 4 mm di spessore), più esteso (circa 2-3  mq di superficie), più pesante (fra 8 e 10 kg) del corpo umano. Naturalmente sono caratteristiche che variano a seconda dell'età, del sesso e della taglia della persona
Funzione:  Riveste e protegge gli altri organi. Termoregolatore. Riceve gli stimoli provenienti dall'esterno (dolore, pressione, ecc.).
Colore è la risultante di tre colori:  Grigio (cheratina); Bruno (melanina);  Rosso  (sangue).
Aspetto è formata da pieghe, rilievi, e tanti piccoli fori (di due tipi: follicolari, lo sbocco all'esterno dei follicoli pilo-sebacei e sudorali, non visibili, lo sbocco delle ghiandole sudoripare).
Struttura è costituita da tre tessuti, disposti uno sull'altro, ognuno con differenti caratteristiche e funzioni e dagli "annessi cutanei", che comprendono le ghiandole, l'apparato circolatorio artero venoso e linfatico e le terminazioni nervose.
Epidermide
E’ una barriera esterna, spessa circa 0,2 mm e formata per lo più da cheratina: impedisce che dall’esterno penetri acqua, sostanze estranee e microrganismi e che dall’interno sfuggano acqua ed elettroliti. Lo strato esterno, il corneo, è formato da cellule cheratinizzate morte, che, con un ciclo di 3-4 settimane, vengono continuamente rinnovate ed eliminate. Ha un alto contenuto di acqua (tra il 20 e il 35%), di proteine e di lipidi, che gli conferisce morbidezza, flessibilità ed elasticità necessarie per adattarsi ai movimenti dei muscoli e delle articolazioni.  Se lo stato di idratazione scende al di sotto del 20% la superficie cutanea diventa secca e ruvida. Nell'epidermide possono essere individuati due componenti: l'acqua intracellulare ed extracellulare. La quantità della prima è stabile, a meno di gravi patologie. La seconda, invece, risulta variabile a seconda delle esigenze nutrizionali e della permeabilità dei vasi. E’ un acqua che proviene dal sottostante derma in quantità sempre sufficiente a bilanciare le perdite insensibili e in rapporto alla capacità di ritenzione idrica dei comparti superiori della cute. Un flusso che, insieme all’azione delle ghiandole sudoripare, contribuisce all'omeostasi termica dell'organismo.  L’epidermide è formata da quattro strati che, dall’interno verso l’esterno, presentano una cheratinizzazione sempre maggiore.
Derma
E’ un tessuto intermedio spesso 3-4 mm, che contiene proteine strutturali, elastina e collagene (che forniscono sostegno e resistenza) e sostanza fondamentale glicosaminoglicani acido ialuronico (che fa da collante); inoltre è ricco di vasi sanguigni e linfatici (che provvedono al nutrimento e al drenaggio). Le molecole d'acqua si legano sia al collagene che all’acido ialuronico. Se quest’ultimo si satura, l'acqua diviene libera, determinando un edema interstiziale. Circa il 70% della riserva idrica dell'intera cute si trova qui e la quantità dipende principalmente dall'efficienza della sintesi proteica da parte dei fibroblasti e dallo stato di idratazione dell’organismo. Infatti nella disidratazione sistemica, queste riserve di acqua sono le prime che vengono sfruttate.
Ipoderma
E’ lo strato più profondo, che poggia sui tessuti muscolari sottocutanei. Questo tessuto è il principale deposito di trigliceridi del corpo umano, che derivano in parte dal cibo ed in parte sono prodotti dagli adipociti, utilizzando il glucosio. Il tessuto è composto da: adipociti di due tipi, tessuto connettivo (tessuto reticolare e collagene 2%) che ne fa la trama, acqua (10%) e  glicogeno (0,1%) oltre ad una vascolarizzazione artero venoso linfatica (il microcircolo) grazie al quale il tessuto adiposo fornisce energia o la accumula, sottoforma di grasso. Il microcircolo è infatti fondamentale per un corretto equilibrio e ogni sua alterazione provoca una disfunzione più o meno grave. Infine qui originano i follicoli e le ghiandole sudoripare, che ricevono nutrimento e cedono i loro prodotti di scarto.  Un individuo di 70 kg ha circa 11-15 kg di grasso accumulata nel tessuto adiposo, una riserva calorica sufficiente per circa due mesi di vita. Lo spessore e la sua distribuzione è differente nei due sessi. Nelle donne si concentra sulle anche, natiche, cosce e addome al di sotto dell'ombelico (obesità ginoide). La genetica infatti pone buone scorte di grassi e acqua nelle zone genitali femminili. Negli uomini invece prevale la distribuzione androide (adipe concentrato su viso, collo, spalle e addome al di sopra dell'ombelico). Una condizione estremamente pericolosa, perché un’obesità addominale si associa subito a livelli più alti di glicemia, trigliceridi e pressione arteriosa.
Tessuto adiposo bianco e bruno
Nel tessuto adiposo si trovano grandi quantità di cellule bianche (con scarsa vascolarizzazione) e scarse quantità di quelle brune (con alta vascolarizzazione) con funzioni e caratteristiche diverse.
Tessuto adiposo Bianco
Sono cellule molto grandi dal colorito giallastro (per i carotenoidi contenuti), con scarse strutture mitocondriali, che contengono in una grande goccia (uniloculare) cospicue quantità di trigliceridi. La goccia è fluida perché la temperatura interna dell'organismo è superiore al punto di fusione dei lipidi.
E’ un vero e proprio organo endocrino oltre che di riserva energetica. Gli adipociti infatti sono in grado di:
a.        Sintetizzare trigliceridi ed immagazzinarli come riserva energetica (1Kg = 6-7000 Kcal) anche a partire dal glucosio.
b.        Idrolizzare i trigliceridi depositati ed  immettere acidi grassi liberi e glicerolo nel sangue
c.        Essere un ammortizzatore meccanico per diversi organi, fare da isolante termico e modellare la figura corporea.
d.        Produrre ormoni e sostanze biologicamente attive (adipochine), come la leptina e l'adiponectina, soprattutto a livello addominale. Le adipochine svolgono un ruolo importante nei metabolismi energetici e sono alla base della fisiopatologia di malattie molto diffuse (ipertensione arteriosa, obesità , aterosclerosi, diabete di tipo 2).
Tessuto Adiposo Bruno
Quelle brune sono cellule tipiche dei mammiferi che vanno in letargo (ibernanti) e dei cuccioli; nell'uomo ne sono rimaste piccole quantità nel neonato (zona ascellare ed interscapolare). Nell'adulto poi tendono a scomparire e se ne trovano tracce in piccole isole cellulari sparse tra i numerosi adipociti bianchi. Recentemente è stato dimostrato che questo tessuto si attiva sia in risposta ad un abbassamento della temperatura, sia in caso di eccessivo introito calorico con la dieta. Un fenomeno che in teoria garantirebbe l'omeostasi del peso corporeo, indipendentemente dagli eccessi alimentari. Sono cellule piccole, di colore scuro per l’alto contenuto di citocromi mitocondriali; nel citoplasma hanno piccole gocce di trigliceridi, dette vacuoli lipidici. Quando si abbassa la temperatura corporea, si attiva uno stimolo simpatico che attiva nelle cellule brune una proteina dei mitocondri (UCP-1 detta proteina disaccopiante) che va a stimolare la cellula a bruciare (catabolismo) i trigliceridi contenuti, liberando energia sottoforma di calore (termogenesi senza brivido). Questo tessuto infatti è dotato di una ricca innervazione simpatica che lo rende molto sensibile all'attività delle catecolamine (ormoni secreti rapidamente in risposta a stress psicofisici acuti). Il mangiare attiva una termogenesi postprandiale mediata proprio dal tessuto adiposo bruno, che fa alzare la temperatura del corpo di circa 0,5 - 1 °C; sembrerebbe sia il tentativo di mantenere stabile il bilancio energetico dell'organismo nonostante il surplus calorico del pasto. Gli studi più recenti confermano che il tessuto adiposo dei mammiferi (uomo compreso) a seconda degli stimoli che riceve, espande o restringe la quantità di tessuto bruno, grazie alla iperplasia e/o alla conversione degli adipociti.